DISTURBI D’ANSIA

L’ansia è la risposta naturale e spontanea del nostro corpo e della mente di fronte ad un segnale di pericolo e ci invita ad agire per impedirne o evitarne gli effetti dannosi. Essa è vitale e funzionale alla nostra sopravvivenza, ci permette la giusta attivazione quando dobbiamo affrontare un esame o un compito che richiede molta attenzione; i problemi sorgono nel momento in cui l’ansia scatta quando non è necessario, in situazioni che definiamo assolutamente affrontabili. È una sensazione di allarme che presenta aspetti psicologici, emotivi, somatici e comportamentali. I sintomi possono essere vari, tutti comportano un’attivazione fisiologica eccessiva e possono variare da individuo ad individuo; questa la possibile gamma: sensazione di soffocamento, sudorazione, fastidio al petto, tremori, sensazione di testa leggera, tachicardia, nausea (ed altri ancora).

A livello comportamentale l’ansia porta ad evitare situazioni o persone che riteniamo possano suscitarla, da questo consegue che il soggetto ansioso, allo scopo di prevenire l’ansia, può iniziare a limitare quanto fa; alcune persone evitano di guidare l’auto, di prendere l’ascensore, di frequentare posti affollati e così via. Questi comportamenti d’evitamento hanno come conseguenza l’aumento dell’insicurezza della persona e quindi l’aumento del numero e tipo di evitamenti che farà.

I disturbi d’ansia sono molto diffusi e studi scientifici hanno dimostrato che la terapia cognitivo-comportamentale è uno dei metodi più efficaci per trattarla.

ATTACCHI DI PANICO

Gli attacchi di panico sono episodi di ansia intollerabile. La persona vive un senso di apprensione e paura intenso, durante il quale la sensazione è quella di un imminente pericolo per sé.

Alcuni pazienti riferiscono che l’attacco di panico può arrivare come esito di un’escalation di ansia graduale, altri riferiscono trattarsi di un fulmine a ciel sereno. È questo il motivo per cui le persone ne sono tanto spaventate. In realtà, l’attacco di panico ha sempre un fattore scatenante, anche quando non si è in grado di riconoscerlo come tale, come si vedrà meglio in terapia.

Ecco i sintomi fisiologici più comuni: palpitazioni, tachicardia, sudorazione, da tremori fini a grandi scosse, sensazione di soffocamento, parestesie, rigidità degli arti, fastidio al petto, nausea o disturbi addominali, sensazioni di sbandamento, testa leggera o senso di svenimento, derealizzazione o depersonalizzazione, paura di perdere il controllo o di impazzire, paura di morire.

I pensieri durante un attacco di panico svolgono un ruolo centrale: la persona durante un attacco di panico teme che accadrà qualcosa di grave, per esempio, che morirà, che impazzirà, che farà una figura terribile e tali rischi sembrano così reali da “gettare” ancor più nel panico il soggetto.

Chi ha sperimentato l’attacco di panico sa ben distinguerlo da una semplice preoccupazione o ansia e spesso inizia a temerlo innescando così un processo circolare “vizioso” che ne aumenta la probabilità di comparsa. Come in altri disturbi d’ansia, la persona che soffre di attacchi di panico, a volte comincia a tentare di prevenirli evitando quelle situazioni che reputa aumentarne la probabilità di comparsa; questo innesca un altro circolo viszioso che rischia a lungo andare di limitare la persona in molte delle sue attività di vita quotidiana: luoghi di lavoro, contatti con persone, luoghi di svago, ecc.

Alcuni studi indicano che il 30% della popolazione ha sperimentato almeno un attacco di panico durante l’arco della vita (Norton, Cox e Malan, 1992)

La terapia cognitivo-comportamentale è incentrata su tutti i 4 aspetti: cognitivo (cioè i pensieri), emotivo (l’ansia, la paura, il terrore), fisiologico (comprensione di cosa succede e perché), comportamentale (analisi degli evitamenti) ed il metodo più efficace per risolvere questo stato di sofferenza.